Cefali in
deriva
In
autunno, nelle foci formate dai piccoli torrenti, i vecchi pescatori con il rezzaglio aspettano la risalita dei
cefali chiamati settembrini; da sempre riempiono la rete per poi riaprirla trattenendo solo gli esemplari più grandi e
più belli: "una mattina presto d'autunno pescavo in deriva in una stretta
foce, l’acqua era fredda e chiara, vidi delle
cacciate ripetute fatte da numerosi pesci piuttosto grandi, in quel
momento pensai a tutto…. Lanciai la mia half half a 45° attraverso la corrente,
un mending e lasciai scendere la mosca nel filo di corrente giusta, l’attacco
arrivò subito, la forza del pesce era grande nella sua fuga verso il largo,
lontano fece un paio di salti fuori dall’acqua, alla fine del recupero, con il
pesce ormai spiaggiato, mi resi conto
stupito che era un grosso cefalo"
Le
catture si susseguirono in quel giorno e per molti giorni a seguire …........
I grossi e veloci "cefali settembrini" dal comportamento più aggressivo talvolta cacciano pesciolini, gamberetti, ma prediligono senz'altro imitazioni di pulce di mare.
E'
un degno avversario per il pescatore a mosca, compie potenti fughe e spesso,
quando allamato, salta fuori dall’acqua. Non è difficile incontrare esemplari che
superano i 2 chilogrammi di peso. La tecnica migliore per insidiarlo è con la
mosca in deriva.
Una
canna lunga, lunga abbastanza da poter controllare bene la mosca in corrente,
tanto da poter effettuare mending efficaci: 9’6 – 10’ sono misure ideali, una buona coda 8 copre tutte le
situazioni e sfumature.
Canne tendenti
al morbido aiutano a compensare la trazione applicata sul sottile finale dalla
forza del pesce . Il mulinello è importante: una frizione tarabile in modo preciso e almeno 100 mt di
backing permettono di contrastare efficacemente le fughe degli esemplari più grandi
Questo mulinello di Sage potrebbe essere adatto
.
Questo mulinello di Sage potrebbe essere adatto
.
L'assetto
in acqua del sistema mosca, finale, coda è di primaria importanza per avere
possibilità di successo; la mosca deve
arrivare sempre in prossimità della bocca del pesce e soprattutto dovrà essere
presentata in modo naturale, difficilmente il cefalo cambierà traiettoria per
inseguirla.
E'
necessario scegliere la coda di topo con il grado di affondamento in relazione sia
al peso della mosca che in funzione della corrente e della profondità di
risalita dei cefali.
Avere
più code con differenti densità è una soluzione, molto comode sono le code con punte
intercambiabili di diverso grado di affondamento; si possono anche creare con
una coda galleggiante e spezzoni ricavati da code affondanti.
La
cosa più difficile è l’individuazione della mosca corretta: clouser
e half half "slim" possono essere efficaci in determinate condizioni, hanno un buon movimento e lunghe 50/60
mm imitano benissimo il nostro gamberetto costiero. Imitazioni di piccoli
pesciolini come la mare nostrum, piccole deceiver, piccole acciughe, gamberetti generici, sono altrettanto efficaci così come
possono esserlo imitazioni di vermi. Ma la mosca migliore è certamente una imitazione di pulce di mare (si può partire da un gammarus e adattarlo). L'importante è costruire le mosche su un amo piccolo, al massimo un amo dell'8. Un buon finale ha lunghezza totale di 9’ con il tip dello 0.25 - 0.30,
ma dovrà essere adattato al sistema di lenza utilizzato.
I
cefali settembrini spesso stazionano nei pressi della foce, per poi risalire in
gruppi numerosi. Un buon lancio in corrente a scendere di 45°, combattere il
dragaggio con i mending necessari, controllare la discesa in deriva con il
vettino della canna per avere sempre il contatto con la mosca, sarà la tecnica classica che permetterà una presentazione
perfetta e sarà la nostra arma vincente della pesca in deriva al cefalo di settembre.
Danilo Palermo